I "DIAVOLI ROSSI" DELLE LANGHE

Storia della Formazione Partigiana

"Stella Rossa" di Mombarcaro,

della quale fece parte Beppe Fenoglio,

parte centrale e predominante della Storia della guerra partigiana nelle Langhe

nel primo periodo della Guerra di Liberazione:

settembre 1943 — maggio 1944

Presentazione

In questo sito è riportata la Ricerca Storica effettuata dal sottoscritto nel corso di quasi una trentina d’anni (dal 1994 al 2020), iniziata casualmente a seguito della scoperta, verso la fine del 1993, poco prima delle festività di Natale e fine anno, che a Torino esisteva un Istituto Storico della Resistenza. Subito dopo le feste mi ci ero recato per vedere se per caso si trovavano delle informazioni su mio padre Bartolomeo, che era stato partigiano nelle Langhe ed era sato fucilato dai "Tedeschi" a Mussotto d’Alba il 1° giugno 1944, assieme ad altri tre giovani Partigiani. Lui dei quattro era il più anziano, essendo nato nel 1911. Quando lui morì io avevo appena compiuto due anni, essendo nato nel maggio 1942. Di lui mia madre non mi aveva mai detto nulla, solo che "era andato con i Partigiani, l’avevano fatto Tenente perché lui aveva trent’anni, mentre gli altri erano tutti giovani di vent’anni, venne catturato in un rastrellamento in un ciabot vicino ad Alba, poi fucilato al Mussotto per rappresaglia."

Quando mia madre morì, nel dicembre 1969, tra le cose che aveva lasciato trovai dei documenti dal quali risultava che a mio padre era stato riconosciuto il grado di "Comandante di Distaccamento" (corrispondente al grado militare di Sottotenente) con decorrenza dall’ottobre 1943, che era stato in forza alla 99^ Brigata Garibaldi e che come nome di battaglia aveva utilizzato il mio ("Sergio"). Vi era anche un altro documento, sul quale era riportato che mio padre era stato catturato "in una imboscata a Cissone".

LA RICERCA :

"STORIA CONTROVERSA DELLA GUERRA PARTIGIANA

NELLE LANGHE – SETTEMBRE 1943 – GIUGNO 1944"

1994 - 2020

Con i dati trovati sui documenti che mia madre aveva conservato, all’inizio del 1994 andai all’Istituto Storico per vedere se tra i documenti del loro Archivio ce ne fosse qualcuno riguardante mio padre. Venni accolto dalla gentilissima Marisa Sacco, la quale, rivolgendosi ad un'altra persona presente (Luciano Boccalatte) disse: "Cominciano ad arrivare i figli !". All’epoca ero impiegato presso la Regione Piemonte, in qualità di Analista d’Organizzazione, ed il lavoro mi lasciava libero il venerdì pomeriggio, dalle ore 15. Così iniziarono le mie visite settimanali all’Istituto (al quale mi associai) e l’esame dei documenti conservati nell’Archivio.

La prima sorpresa fu quella di scoprire che le Brigate Garibaldi erano formazioni partigiane organizzate dai Comunisti. Mia madre mi aveva detto che lui era stato "garibaldino", ma io avevo collegato tale termine ai "Garibaldini di Garibaldi", lungi dal pensare che fossero invece i Comunisti. Mio padre era dunque un "Comunista"? Mia madre non mi aveva mai detto niente, però ricordavo benissimo, per delle frasi che avevo sentito dirle quand’ero ragazzino, che Lei ce l’aveva a morte sia con i Tedeschi e Fascisti, sia con i Comunisti, ma non mi aveva mai fornito spiegazioni. Riguardo ai primi, era evidente che il motivo era semplice: l’avevano ammazzato. Ma i secondi? Mi venne però in mente un fatto che mi era successo quando ero in un Collegio gestito da delle Suore (per due anni, quando avevo sette ed otto anni): un giorno mi venne di dire che mio padre era stato un "partigiano garibaldino" e mi aveva colpito la reazione improvvisa, tra lo sconcerto ed il disgusto, che si era dipinta sul viso delle Suore. Una cosa che mi era rimasta impressa in mente.

Tra i libri della Biblioteca dell’Istituto, il primo dei quali che la cara Marisa mi andò a prendere, fu quello di Pietro Chiodi "Banditi". E fu uno shock! Alla data del 1° giugno 1944 Chiodi aveva riportato l’episodio della fucilazione di mio padre e degli altri tre giovani al Mussotto, dei quali però non citava i nomi, ma rivelava quello del Comandante delle SS italiane che l’avevano effettuata: "Memmo" Guerraz. Trovai poi che si chiamava Adelmo Guerraz , un fascista torinese che si era arruolato nel Sevizio di Sicurezza delle SS del Comando SS di Torino, che Chiodi aveva citato anche in altri due capitoli del suo libro. Superato lo shock, iniziai le ricerche nei documenti e libri conservati nell’Istituto, che per molto tempo risultarono del tutto infruttuose.

Sui due libri che trattavano nello specifico la guerra partigiana nelle Langhe, cioè quello di Mario Giovana (Guerriglia e Mondo Contadino) e quello di Diana Masera (Langa Partigiana ’43 – ’45), mio padre, che doveva essere stato uno dei primi "Comandanti di Distaccamento" operanti in quel primo periodo ed in quella zona , non veniva citato. Quelli citati erano pochi, quasi tutti solo con i nomi di battaglia : "Biondo", "Zucca", "Gigi", "Lupo", ma di "Sergio" non si faceva cenno. Ebbi poi modo di incontrare Mario Giovana presso l’Istituto della Resistenza di Cuneo. Di mio padre non seppe dirmi nulla, però mi rassicurò riguardo al grado: "Se lo hanno riconosciuto Comandante di Distaccamento, lo è proprio stato, perché era un grado che non si regalava a nessuno".

La principale difficoltà incontrata nella Ricerca è stata quella di trovare i veri nomi di quei Comandanti Partigiani sopra citati. Gli unici tre dei quali era poi stato rivelato il nome erano "Biondo", "Gigi" e "Lupo": rispettivamente Giorgio Ghibaudo, Luigi Fiore, Alberto Gabbrielli. Particolarmente difficile è stato trovare i nomi del "comunista barbiere Zucca" (torinese, poi fucilato dai Garibaldini), del "secondo Zucca" che venne poi "allontanato" citato da Mario Giovana e dello "Zucca genovese" citato da Beppe Fenoglio e da Piero Balbo: "lo strano caso dei tre Zucca". Con molta difficoltà e qualche sbandata, alla fine ci sono poi riuscito. Quello "genovese" e quello "allontanato" erano un’unica persona. Ci si era messo pure Beppe Fenoglio, facendo un mix di caratteristiche fisiche e date di età dello "Zucca genovese" e del "Maresciallo Mario" (l’addetto alla sussistenza).

Essendo io un "Analista d’Organizzazione" iniziai a fare quello che si fa normalmente quando si inizia un’analisi: l’organigramma. E saltarono subito fuori molte… "anomalie"!

Poco tempo dopo che frequentavo l’Istituto, mi venne in mente che anni prima avevo letto un libro di Beppe Fenoglio. Lo cercai nella mia libreria e lo trovai, era: "Il partigiano Johnny". Rileggendolo, trovai che la prima Banda alla quale "Jonny" si era arruolato era una formazione "Comunista" e che i nomi di due dei Comandanti coincidevano con quelli di due dei primi "Capi Banda" citati da Giovana e Masera: "Zucca" e "Biondo". Con essi, quale Commissario, vi era il "Commissario Némega", che i due "Storici" però non avevano citato.Così come non avevano fatto alcun cenno al libro di Fenoglio, che sebbene fosse stato scritto in forma di romanzo, a me sembrò da subito che contenesse molti elementi reali, dei fatti vissuti in prima persona dallo Scrittore e persone realmente esisiste da lui incontrate.

Quando lessi a mia moglie Margherita la descrizione che Fenoglio aveva fatto di quel "Commissario di Mombarcaro", lei di botto mi disse: "Ha descritto tuo padre!". Anche io avevo avuto tale percezione, ma l’avevo accantonata per… "prudenza". E qui nasceva un'altra questione "da Analista d’Organizzazione": Fenoglio aveva inserito "Zucca" col "Biondo", alle dipendenze di "Némega" l’effettivo Comandante della Banda, al quale gli altri due erano sottoposti: indicazione riportata in due capoversi. Non si trattava quindi di "due Bande" diverse, come avevano scritto Masera e Giovana, bensì di un’unica Banda comandata da un Comandante-Commissario che nessuno citava. Rileggendo il brano del libro di Giovana, mi accorsi poi che lui aveva semplicemente citato la Masera!

A mano a mano che proseguivo nella Ricerca, mi fotocopiavo i documenti che ritenevo "interessanti", iniziando anche a scrivere un "diario" e contemporaneamente a scrivere una vera e propria Ricerca Storica sulla guerra partigiana nelle Langhe nel primo periodo: dal settembre 1943 al giugno 1944. , nella quale aveva particolare rilievo ed approfondimento la storia della banda partigiana di Mombarcaro, denominata "Stella Rossa" da Beppe Fenoglio che ne fece parte.

Il lungo lavoro di ricerca è terminato nel 2020, consegnato in "Quaderni" dattiloscritti, in vari "Volumi", per un totale circa 2200 pagine, agli Istituti Storici della Resistenza di Torino, Cuneo ed Asti. Il primo "Quaderno" lo consegnai nel mese di ottobre del 1994.

L’anno successivo, per la precisione il venerdì 31 marzo 1995, grande giornata, avvenne la prima svolta decisiva della mia Ricerca: la mattina, per posta ricevetti la busta con la fotocopia del Foglio Notizie di mio padre, conservato presso il Ministero della Difesa, che avevo richiesto: da esso saltò fuori che Lui risultava essere stato in forza al "Distaccamento Langhe" della IV^ Brigata "Cuneo".

Si trattava proprio del Distaccamento di Mombarcaro. Non c’era dubbio! Per il semplice motivo che sulla base delle ricerche già effettuate, era risultato che in quel periodo, nelle Langhe, c’era solo quello!

Finalmente avevo la conferma, registrata su un documento "ufficiale", che mancava.

Potevo così concentrare le mie ricerche su Mombarcaro. Mio padre era stato in forza a quel Distaccamento. Poi gli venne riconosciuto il grado di Comandante. Non vi erano più dubbi: lui era stato il Comandante o il Commissario-Comandante del Distaccamento di Mombarcaro, visto che il grado gli era stato riconosciuto con decorrenza dall'11 ottobre 1943. Quindi doveva per forza, per esclusione, essere proprio lui quel misterioso "Commissario Némega" citato da Beppe Fenoglio ne "Il partigiano Johnny".

Lo stesso giorno, nel pomeriggio, all’Istituto, iniziai ad esaminare dei documenti requisiti ai Fascisti da una Brigata Matteotti, contenuti nella cartella C-64-b. Sin dall’inizio della mia Ricerca, io svolgevo quel "lavoro" utilizzando una scrivania nella stanza dove aveva la sua la carissima Marisa Sacco. Ad un tratto, non riuscii a trattenere il mio entusiasmo! Marisa, che mi era seduta quasi di fronte, mi guardò stupita. Mi chiese: "Cos'hai trovato?" Risposi: "Mio padre!"

Sì, finalmente un documento sul quale Lui era stato segnalato col suo nome di battaglia: "Sergio".

Dissi a Marisa di aver trovato mio padre citato su un documento dei Fascisti, l’unica citazione fino a quel momento trovata, il che al tempo stesso mi rallegrava moltissimo e mi addolorava ed amareggiava. "L’hanno citato i suoi nemici, quelli che l’hanno ammazzato, ma non i suoi compagni nelle loro testimonianze!".

Si trattava di una Relazione del 206° Comando Militare Regionale della G.N.R., che aveva sede ad Alessandria, inviata allo Stato Maggiore dell’Esercito della R.S.I. L’oggetto riguardava l’attività svolta dai Partigiani ("Ribelli") nel territorio del detto Comando, comprendete le Province di Torino, Cuneo, Asti ed Alessandria. Tra le "Bande" partigiane dislocate nella Provincia di Cuneo veniva segnalata la seguente:

  1. Diavoli Rossi - Consistenza di una ventina di uomini con sede in zona Canale d'Alba al Comando di certi Scioratti e Sergio. Risulta essere armata di mitra e fornita di auto 1100 targata AT 3445.-

Dei "Diavoli Rossi" me ne avevano parlato, in modo decisamente negativo, due ex Partigiani che avevo avuto occasione d’incontrare, i quali, però, mi avevano detto che il Capo di tale "banda" era "Lupo",uno dei capi partigiani citati dalla Masera e da Giovana. Da uno dei suddetti ex Partigiani ebbi l’indirizzo di un ex-Partigiano che aveva fatto parte dei "Diavoli Rossi". Era ancora vivo. Mi diede l’indirizzo e riuscii a contattarlo e poi ad andare a trovarlo, per intervistarlo. E grazie a lui la mia Ricerca portò alla luce molti altri fatti. Tra le altre cose, mi confermò che mio padre era stato "il Commissario delle Langhe", che in quel periodo c’era solo lui come Commissario e che la prima volta lo aveva incontrato proprio a Mombarcaro. Sulla base di tale informazione, riuscii poi a risolvere un altro importante quesito, cioè l’identità di un "Commissario Ivan delle Langhe"che era stato citato sull’Ordine del Giorno allegato alla comunicazione della costituzione della I^ Divisione Garibaldi e della contemporanea costituzione, nelle Langhe, della XVI Brigata Garibaldi da essa dipendente. Era mio padre ! Il quale potrebbe aver utilizzato tale nome di battaglia nel periodo di Mombarcaro, il che è stato in parte confermato da Beppe Fenoglio, il quale scrisse che il nome di battaglia del Commissario "Némega" "era russo originale". E’ stato possibile accertare che Némega non è un nome russo, mentre lo è, per antonomasia, Ivan.

Beppe Fenoglio abbandonò la banda partigiana di Mombarcaro in occasione dello sbandamento del 3 marzo 1944. La sua preziosa testimonianza termina quindi con gli eventi successi fino a tale data. La Banda, che lui aveva nominato come "Stella Rossa", che secondo i Garibaldini era il Distaccamento "Langhe" della IV Brigata Garibaldi, continuò ad operare nelle Langhe. Alla fine di marzo ‘44 avvennero dei fatti gravi che portarono all’allontamento di "Zucca" (il comunista torinese) dalle Langhe e la sua sostituzione con un ufficiale, il tenente Luigi Fiore ("Tenente Gigi"). Il Distaccamento "Langhe" della IV Brigata Garibaldi assunse la denominazione "Comando Patrioti Sezione Langhe", nome la cui esistenza è stata comprovata da dei "timbri" che venivano messi su documenti vari, soprattutto buoni di requisizione di cibarie.

Di questo nuovo Comando "PATRIOTI", grazie a delle testimonianze trovate, è risultato che con il "Tenente Gigi" facevano parte: mio padre (in qualità di Commissario) ed il "Tenente Lupo". I Partigiani vennero organizzati in piccole Squadre raggruppate in due Distaccamenti: Distaccamento "Biondo" e Distaccamento "Filippo", dedicati a due Caduti durante lo sbandamento, rispettivamente agli ordini di "Nino" Squarotti e del "Tenente Lupo". Quelli di mio padre erano anche conosciuti come "Diavoli Rossi", denominazione che potrebbe essere già stata utilizzata dalla squadra del "Tenente Biondo" a Mombarcaro (secondo la testimonianza, rilasciata per scritto, da un ex Partigiano che aveva fatto parte di essa).

I QUADERNI DELLA RICERCA

1994 - Il Quaderno N. 1.

Il primo "Stato avanzamento lavori": Quaderno N.1 - 15 settembre 1994.

Alla metà del mese di settembre del 1994 ho prodotto il "Quaderno N. 1", contenente lo "Stato avanzamento lavori alla data del 15 settembre 1994" della Ricerca (80 pagine), che il 7 ottobre '94 ho consegnato all'Istituto Storico della Resistenza di Torino (ora "ISTORETO") e successivamente ne ho portata una copia anche a quello di Cuneo.

1997 - Il Quaderno N. 2.

Nel 1997 ho aggiornato lo "Stato di avanzamento lavori" della Ricerca, producendo il Quaderno N. 2 - suddiviso in tre Sezioni, riunite in un unico volume :

    1. Il caso dei tre Zucca
    2. La cattura di Luigi Capriolo
    3. Il caso del "Tenente Gigi".

Ho consegnato le copie di questo "Quaderno N. 2" ai due Istituti Storici della Resistenza di Torino e Cuneo.

1999 - Il Quaderno N. 3 - Sezione 1 della Ricerca.

Proseguendo la Ricerca, avendo trovato molte altre nuove informazioni, alcune delle quali correggevano errate interpretazioni o colmavano lacune importanti, ho deciso di ripartire da capo, riscrivendo i risultati ottenuti, suddividendo la Ricerca in tre "Sezioni", ciascuna relativa ad un periodo della guerra partigiana:

Sezione 1: dall'8 settembre 1943 al 31 dicembre 1943.

Sezione 2: dal 1° gennaio 1944 al 31 marzo 1944.

Sezione 3: dal 15 marzo alla fine di giugno del 1944.

Nel 1999 ho terminato la stesura del Quaderno N. 3, di 447 pagine, contenente la Sezione 1 della Ricerca, rivista, corretta ed aggiornata, relativa ai fatti successi nelle Langhe nel periodo 8 settembre - 31 dicembre 1943.

Ho consegnato le copie di questo "Quaderno N. 2" ai due Istituti Storici della Resistenza di Torino e Cuneo ed anche a quello di Asti, perché nel frattempo avevo esteso le mie indagini anche nell'Archivio di quell’Istituto.

2014 - Il Quaderno N. 6 - Nicola Lazzaro e Nicola Lo Russo "Zucca".

Nel 2014 ho consegnato all'ISTORETO una copia di questo "Quaderno N. 6", di 202 pagine, relativo ad una nuova Ricerca avente come oggetto la "Guerra Partigiana nel Canavese e Valli di Lanzo" , compiuta tra il 2001 ed il 2014, in parallelo a quella sulla "Guerra Partigiana nelle Langhe".

L'aver dato il numero "6" a questo "Quaderno", anziché il numero "4", essendo il quarto che avevo completato, dipendeva dal fatto che avevo già assegnato il numero "4" alla II^ Sezione ed il numero "5" alla III^ Sezione della "Ricerca sulla Guerra Partigiana nelle Langhe".

Questa Ricerca parallela sulle vicende svoltesi nella zona del Canavese e Valli di Lanzo era nata dalla necessità di capire se per caso il "secondo Nicola" citato assieme al Comandante partigiano Prospero Nicola dal prof. Greco nel suo Diario (che era stato pubblicato), vale a dire Lazzaro Nicola, fosse quel misterioso "barbiere comunista" "Zucca", la cui identità era stata tenacemente ed accuratamente tenuta celata dai Comandanti Comunisti-Garibaldini che lo avevano fucilato.

Questa nuova Ricerca ha portato alla luce molte interessanti "novità" che non si trovavano riportate sui libri di "Storia della Resistenza nel Canavese e Valli di Lanzo", che avevo potuto consultare.

Grazie ad essa, mi è stato possibile accertare che il "Comunista" Lazzaro Nicola, il quale era il fratello del Comandante partigiano Prospero Nicola, non era "Zucca". L'identità di quest'ultimo alla fine mi è stata rivelata da un appunto trovato in un quadernetto conservato in uno dei Fondi dell'ISTORETO, che l'impareggiabile, grande Marisa Sacco aveva casualmente scoperto in una cartella conservata nell'Archivio e mi aveva fatto vedere. Così finalmente era emerso che "Zucca" era il suo nome di battaglia, mentre i suoi veri nome e cognome erano: Nicola Lo Russo. Con questi dati mi è stato poi possibile rintracciare la sua scheda nell'Archivio dei Caduti per cause di guerra della e nella provincia di Cuneo ("Vite Spezzate" ):

http://www.banchedati.istitutoresistenzacuneo.it/broken_lives

2015 - Il Quaderno N. 4. - Sezione 2 della Ricerca.

Nel 2015 ho terminato la stesura della "Sezione 2" della Ricerca, relativa al periodo 1° gennaio - 15 marzo 1944, che come avevo programmato è stata inserita nel Quaderno N. 4., di 664 pagine (più "Allegati": fotocopie di Documenti, Schede di Partigiani e Mappe). Differentemente da come mi ero comportato con i precedenti "Quaderni", nei quali avevo trascritto, sovente integralmente, i documenti trovati, per ridurre la quantità di pagine ho provveduto ad inserire le fotocopie dei documenti ai quali facevo riferimento in appositi "Allegati". In considerazione del numero delle pagine (664), in previsione di una possibile stampa, ho suddiviso questo Quaderno in 3 "Volumi", consegnandolo però solo in formato digitale, su CD, agli Istituti Storici della Resistenza di Torino, Cuneo ed Asti. Nel CD ho anche inserito la versione di questo Quaderno predisposta per essere stampata. Nel 2020 ne ho poi consegnata una copia stampata all’ISTORETO.

2020 - Il Quaderno N. 5. - Sezione 3 della Ricerca.

Nel mese di settembre 2020 ho finalmente terminato la Ricerca sui primi otto mesi della guerra partigiana nelle Langhe, consegnando il Quaderno N. 5 di 1150 pagine ((più "Allegati": fotocopie di Documenti, Schede di Partigiani e Mappe), il tutto in formato digitale (su CD) agli Istituti Storici della Resistenza di Torino, Cuneo ed Asti. All’ ISTORETO ne ho consegnata anche una copia stampata (esclusi gli Allegati) ed una pennetta USB con le testimonianze che avevo raccolto dalla viva voce dei Partigiani che avevo avuto la fortuna di trovare. Tali testimonianze erano state originariamente registrate su cassette, poi fatte convertire e salvate in formato digitale.

Sommando le pagine delle tre "Sezioni", ovviamente escludendo gli "Allegati" (4° e 5° Quaderno), il totale delle pagine è: 447 + 664 + 1150 = 2261.

In questo sito sono state inserite le parti della Ricerca che formano i quaderni n. 3 – 4 – 5 e 6, con i relativi allegati (fotocopie di documenti originali ed altro).

L’ISTORETO ha inserito la mia Ricerca nel Fondo"Diari e memorie" e la si può trovare tramite la Rete con il seguente "u.r.l.":

http://www.metarchivi.it/dett_FASCICOLI.asp?id=14042&tipo=FASCICOLI

 

Dal sottoscritto, su FaceBook è stato creato e viene gestito un Gruppo (denominato anche "Community") :

"Guerra Partigiana nelle Langhe"

 Sergio Squarotti